giovedì 29 ottobre 2009

Un altra riforma sbagliata

Quello che verrà presentato in Consiglio dei Ministri è un disegno di legge che assesta un altro duro colpo all’università italiana, quello definitivo.Oggetto della riforma sono la governance, ovvero il sistema di governo dell’università, il reclutamento dei docenti e una delega al governo per la riforma del sistema del diritto allo studio.Meno studenti e più manager nei C.d.A. degli atenei. Viene riformulata la composizione dei consigli di amministrazione che saranno aperti per almeno il 40% ad esterni, ci sarà un solo studente nonostante rappresenterà la componente più numerosa della comunità accademica. Dopo la possibilità di trasformazione in fondazione di diritto privato prevista dalla 133, questo è un ulteriore passaggio verso l’aziendalizzazione delle università e della loro dipendenza dal mercato.Spariscono le facoltà! Università sempre meno democratiche. Le attività di ricerca e di insegnamento saranno attribuite ai dipartimenti che potranno decidere di accorparsi in strutture di raccordo o meno. Il senato accademico perde molti poteri che vengono trasferiti al C.d.A. e al Rettore.Test d’accesso anche per le borse di studio! Viene istituito un fondo nazionale per il “merito” al quale, previo pagamento, possono accedere gli studenti che vorranno tentare la fortuna e vincere una borsa di studio. Invece di dedicare maggiori risorse alle borse di studio la Gelmini inventa l’ennesima lotteria.Delega per riformare il diritto allo studio. La Gelmini decide che il diritto allo studio è un argomento superficiale, uno di quelli che basta una delega al Governo per affrontarli. Non si pensa ad una discussione preventiva con gli studenti e con le Regioni, non si capisce con quale indirizzo si vuole riformare il diritto allo studio, anche se possiamo immaginarci che ci infileranno i privati visto la tenenza.Finanziamenti agli atenei in base al costo standard studente. Si prevede che una parte del fondo di finanziamento ordinario venga ripartita in base al costo standard unitario di formazione per studente in corso. L’idea di creare università di serie A e di serie B trova applicazione nell’introduzione di questo assurdo parametro che non tiene conto delle differenze che possono intercorrere per esempio tra l’università di Palermo e quella Milano immerse in realtà territoriali completamente diverse. Una riforma a costo zero. Quanti soldi erogherà il ministero per questa riforma? Zero! Infatti il disegno di legge prevede che dall’attuazione della riforma non devono derivare “oneri aggiuntivi per la finanza pubblica”. E come se si volesse ristrutturare un palazzo senza soldi.L’Università pubblica versa in questo momento in una crisi profonda. Moltissimi sono gli Atenei che hanno problemi di bilancio, tutti non hanno prospettive di lungo periodo e sono incapaci di fare previsioni. L’Università pubblica ormai vive alla giornata nella speranza che il Governo torni indietro e pensi all’istruzione universitaria pubblica come un settore su cui puntare per il rilancio del nostro Paese e non come un peso per la spesa pubblica.Come si può pensare di risolvere i problemi dell’Università pubblica facendo tagli indiscriminati? La classifica bufala degli atenei “virtuosi” né è d’altro canto un ulteriore conferma. E come si può pensare di risolvere i problemi dell’Università pubblica senza affrontare il tema della valutazione della qualità della didattica, lasciando che i parametri di valutazione continuino ad essere esclusivamente numerici e quindi quantitativi, e risolvendo il problema della mancanza di fondi per il diritto allo studio, dalle borse all’edilizia universitaria, senza finanziamenti e delegando al Governo una riforma per la quale manca una discussione? Questo blitz che la Gelmini sta facendo in Consiglio dei Ministri è una follia, sia nei contenuti sia nel metodo, con cui il Governo intende affrontare questo delicato tema che dovrebbe essere pensato come strategico per il nostro Paese e che invece è paradossalmente trattato come marginale. Se il Governo pensa che d’imperio consegnerà gli Atenei ai privati troverà la nostra forte opposizione di piazza, per difendere l’istruzione universitaria pubblica ed il diritto allo studio che oggi hanno un grande e prioritario problema per la loro sopravvivenza: il finanziamento.

mercoledì 27 maggio 2009

Una storia sbagliata...(sui fatti di piazza verdi)

Ci facciamo raccontare i fatti di Piazza Verdi ,poiché non possiamo credere ai nostri occhi e ai racconti dei compagni, da un ansa di Repubblica :

Bologna: 23 maggio 2009 “Tutto succede verso le otto e dura una mezz'ora. La piazza e piena di giovani seduti in terra e quando la polizia decide di farli alzare scoppia il parapiglia. Un ragazzo si rifiuta di muoversi, gli vengono chiesti i documenti. Gli agenti, raccontano alcuni testimoni, lo avrebbero sollevato e altri studenti a quel punto si sono avvicinati ai poliziotti, già schierati in assetto antisomossa. Sarebbero partite diverse manganellate a cui i giovani, un centinaio, avrebbero risposto con un lancio di bottiglie di vetro. Uno studente è rimasto ferito ed è andato via in ambulanza. Anche un poliziotto è stato medicato dal 118.”

Non è né una cronaca di guerra civile, né di uno scontro di guerriglia urbana ,ma di Piazza Verdi all’ora dell’aperitivo...

Ma di chi è la colpa ?
Secondo qualcuno di qualche graduato delle forze dell'ordine oppure di reazioni violente di qualche studente al fermo di un compagno.

Noi siamo di un'opinione diversa :

LA COLPA E' DÌ UN'IDEA SBAGLIATA DI CENTRO STORICO
DOVE GLI STUDENTI DOVREBBERO SPARIRE DOPO LE 19 !!!


La colpa è di un ordinanza sbagliata, la cosiddetta “ordinanza anti-bivacco”, che indica divieti e non soluzioni ai problemi, la colpa è della mancanza di spazi e di luoghi dove gli studenti possano vivere la loro vita universitaria.


Insomma abbiamo poca voglia di fare il tifo tra chi è costretto a fare il suo lavoro e chi è costretto dall'esasperazione a risposte sbagliate in quanto violente e pensiamo che se non si danno delle risposte vere e serie aprendo biblioteche e spazi di aggregazione in centro in un ottica di riqualificazione della zona universitaria si ripeteranno ancora una volta certe situazioni come questa.
Ci viene da dire ,rubando due righe a De Andrè, che questa



“E' una storia di periferia
e' una storia da una botta e via
e' una storia sconclusionata
una storia sbagliata.”

venerdì 22 maggio 2009

Tiriamo tardi tra studio e cultura in Centotrecento con Rosso Malpelo

Siamo riusciti ad aprire alle sera fino alle 23 ,per ora il martedi ed il mercoledi, in via Centotrecento le aule del dipartimento di Filosofia per permettere a tutti e tutte di studiare negli studioli ed organizzare iniziative culturali e gruppi di studio !!
La cultura e la socialità tornano a fiorire in centro grazie alla RAPPRESENTANZA !!!

Troverete all'ingresso il nostro banchetto per firmare la petizione per l'apertura serale di biblioteche e facoltà !!!
Quello che ci siamo presi è solo una piccola parte di quello che ci spetta !!!

mercoledì 15 aprile 2009

mercoledì 1 aprile 2009

Ascanio Celestini: Orazione funebre per la cultura italiana

Io vivo in una tomba
perché io sono un intellettuale

non sono l’unico
e non sono stato il primo a scegliere una tomba come abitazione.
prima di me ci sono andati i depressi.
mi fanno una rabbia! sono stati profetici.
sono stati i primi a capire che non aveva senso.
che niente lo aveva.
io invece a quel tempo era anche sporadicamente felice.
mi succedeva quando andavo al mare.
non d’estate.
d’estate non ci sono mai andato, nemmeno ai bei tempi.
non sono mai stato così tanto “felice”.
la gente mi ha sempre fatto istintivamente schifo.
non ero cosciente che questo schifo fosse totale,
ma modestamente per gli esseri umani ho sempre provato un ribrezzo spontaneo.

eppure andavo al mare
non d’estate, ma ci andavo.
in un bar in ristrutturazione con la cameriera grassa mi prendevo un caffè,
ristretto, amaro, mi affacciavo alla finestra, sentivo il tepore del sole e ero felice.

i depressi no.
erano tristi a tempo pieno.
per loro il mare era uno schifo in tutte le stagioni
una pozza d’acqua salata, una presa per il culo dei naufraghi
che in mezzo al mare manco se lo possono bere
“naufrago muore di sete!” ...se non è deprimente questo...

e il sole?
per i depressi, già allora, era una merda solo a pensarci,
astro assassino portatore di tumori alla pelle

che invidia per i depressi!

ora anche io l’ho capito che non vale la pena.
mi sveglio la mattina e mi dico “alzati e fumati una sigaretta”
oppure “alzati, butta le sigarette nel cesso e smetti di fumare”
in fondo sono due soluzioni contrapposte,
in casi come questi ce ne dovrebbe essere una giusta e una sbagliata,
dovrei avere il 50% delle possibilità di fare una cazzata,
ma anche il 50% di azzeccarci

ma poi mi dico “ne vale la pena?”
e mi rispondo “ovviamente no”
e me ne resto semplicemente a letto
e non pensando di fare la cosa giusta
ma con la convinzione che nella vita abbiamo a disposizione solo risposte sbagliate
allora: meglio lasciar stare

perché stare a cercare un’alternativa?
avrebbe senso svegliarsi pensando: “magari mi faccio un caffè”
e allora aggiungo sempre “ma ne vale la pena?” e ovviamente non vale la pena!
penso “magari faccio due passi... ma ne vale la pena?”
penso “magari mi ammazzo!”
perché ho pensato anche al suicidio, ma alla fine ho scartato questa possibilità.
non vorrei che dopo la mia morte qualcuno pensasse che avessi avuto un motivo per farlo
sicuramente qualcuno si metterebbe in testa che l’ho fatto per amore,
per paura di qualche malattia o peggio ancora per le idee,
pensa... direbbero “si sentiva tradito dall’umanità... era un idealista”

e invece guarda i depressi
sanno sempre che non ne vale la pena
per questo sono stati i primi a scegliere di vivere nelle tombe
lontano dall’umanità che pensa, riflette, lotta, crea, distrugge, spera!
si, perché ci stanno anche quelli che hanno speranze
sperano di campare cent’anni o di diventare ricchi,
sperano di scopare il sabato sera o di guarire da un tumore

ci stanno persino quelli che dicono “speriamo che non si metta a piovere”
ma cosa te ne importa!
e se non piove? cosa ti cambia?
pensa a un giorno d’estate all’inizio agosto, una giornata piena di sole
un giapponese di hiroshima pensa “speriamo che non si metta a piovere”
e infatti non piove,
ma poi vede la sua città diventare un secchio di cenere

la speranza è un’attività da esaltati
come si fa a avere speranze nel futuro, cioè in una cosa che non esiste?
è come dare la chiave della propria casa al primo che passa per
strada ipotizzando che ci sia una possibilità che si tratti di un
maniaco del pulito che verrà a farti le pulizie di Pasqua

e invece guarda i depressi
sanno perfettamente che l’unica certezza è la morte.
l’unico avvenimento che accadrà sicuramente in quel tempo
probabile che è il cosiddetto futuro.
e quando accadrà sarà in forma di presente
perché chi muore... muore “ora” anche se è nato mille anni prima
come Matusalemme

che precursori i depressi!
appena è stato possibile se ne sono andati a vivere nelle tombe.

e adesso anche io
un intellettuale
vivo in una tomba!

e ho fatto bene
perché al cimitero sono circondato dalle cose che mi sono più care

teatro, danza, cinema.. la cultura

il teatro è morto.
gli attori... ridicoli imbecilli sempre pronti a sfilarsi i pantaloni per
mostrare la calzamaglia
perché gli attori sono così!
la calzamaglia da guitti è sempre pronta sotto i jeans
come i vecchi che non si sfilano mai i pantaloni del pigiama
neanche sotto il vestito buono il giorno della comunione del nipote
come i maniaci che girano nudi sotto all’impermeabile
patetici attori col teschio nella ventiquattrore col monologo sempre pronto

morto il teatro
e morta la danza,
le ballerine anoressiche coi piedi deformi
i ballerini froci col cazzo sempre in mostra davanti a sgallettate in
pelliccia che li applaudono alle prime nazionali

morto il teatro, la danza
e morto il cinema
chi può dire il contrario?
la maggior parte degli attori nella maggior parte delle pellicole
girate dai Lumiere a oggi
stanno tutti qui al camposanto
tutti sotto terra... a fa’ la terra pei ceci, come si dice a Roma

e morta anche la cultura
che infatti viene proprio dal latino còlere, cioè coltivare
una robba che non può che finire sotto terra

io sono un intellettuale
e nel disastro generale della cultura salvo solo la televisione

che meraviglia la televisione.
è l’unica attività in cui gli esseri umani non si vergognano di
presentarsi per quello che sono
ovvero: una merda!
e non una merda fascista o una merda comunista
una merda cattolica o musulmana, atea, ebraica, buddista, animista..
dentista o dantista
ma una merda semplice su cui puoi attaccare un’etichetta qualunque
come sul barattolo per le analisi delle feci
puoi scriverci quello che vuoi: il tuo nome e cognome, capo della Mafia, Papa e presidente del consiglio,
imperatore di Capri o Faraone d’Egitto,
ma dentro c’è solo un po’ di merda
che nel migliore dei casi può diventare concime,
còlere-cultura appunto,
o un balocco per scarabei stercorari

io sono un intellettuale
e nella tomba in cui vivo guardo solo la televisione
e non parlo solo di quei programmi in cui la gente si incazza, si
sputa e si scoreggia addosso vicendevolmente
i programmi sono tutti uguali
cambia solo l’etichetta, ma il contenuto è un escremento caldo
appena infilato in un barattolo.

ecco il telegiornale!
“una donna francese nella periferia di Marsiglia
partorisce due figli e li uccide infilandoli nella ghiacciaia
condominiale
e ora il consiglio della settimana:
come scongelare il polpettone col microonde”.

...lo fanno davvero
“the show must go on” dicono
è come quelli che dicono che però ai tempi del nazifascismo i treni
arrivavano in orario... ma arrivavano a Auschwitz!
...e vabbè, ma in “orario”!
sei milioni di clienti e nemmeno una protesta

“the show must go on” dicono
come quelli che scrivevano “Arbeit macht frei”
all’entrata di Auschwitz, Dachau, Flossenbürg, Gross-Rosen,
Sachsenhausen o Terezin
“the show must go on” dicono in televisione
io sono un intellettuale
e nella tomba in cui vivo guardo solo la televisione
l’unica espressione culturale che ribadisce incessantemente la
scomparsa definitiva della cultura,
la morte cerebrale

io per la televisione c’avrei anche qualche idea
ho pensato un programma.
un quiz.
due concorrenti si sfidano sulle solite domante del cazzo.
il nome di sette colli, dei sette re di roma, dei sette nani...
e alla fine
quando si deve proclamare il vincitore
scopriamo dove sono stati pescati i due concorrenti che si sono
sfidati per tutta la sera.
non li abbiamo selezionati con eliminatorie dirette
o in base a un curriculum
o per raccomandazione,

li abbiamo presi in un reparto oncologico
hanno fatto gli esami
uno ha un tumore maligno e l’altro benigno
ma non hanno ancora in mano i risultati.
glieli diamo noi in diretta
“gentile signor Rossi, lei ha perso... ma tanto non si sarebbe goduto la vincita..
..il suo fegato è cotto!”
oppure “signor Tal De Tali... ha dai due ai sei mesi per decidere a
chi lasciare i soldi che ha vinto rispondendo alle nostre domande
poi saremo felici di ospitarla nella nostra residenza cimiteriale..
il suo collega non ha vinto una lira,
ma la macchia che aveva sulla lastra al torace
era solo una caccola!”
come per dire che l’arte sta sempre dalla parte sbagliata della vita,
che la vita è sempre un’altra cosa

e se ne sono resi conto anche i nostri governanti
che l’arte è morta, morta... che è morta!
per questo ci hanno dato un posto al cimitero

eppure noi, gli attori abbiamo sempre parlato di voi governanti.

i nostri migliori personaggi da sempre sono stati i voltagabbana
i traditori, magnaufoatradimento, mignotte e puttanieri
noi abbiamo parlato di voi, sempre di voi

noi come voi siamo col razzismo ci abbiamo campato
come avremmo potuto scrivere l’Otello se non ci fosse stato l’odio razziale?
Se Otello era un idraulico di Centocelle ci mancherebbe uno dei
momenti più alti del teatro mondiale.

Noi abbiamo trattato Dio come ora fate voi, alla stessa maniera.
perché anche da noi, quando la situazione si incasinava... deus ex machina!
E lo tiravamo in ballo pure se non c’entrava niente

Noi siamo artisti,
viviamo nelle tombe
e con la morte ci lavoriamo da sempre.
sarà che per la tournée ci facciamo un sacco di chilometri in autostrada
e si vedono più incidenti che autogrill...
ma per anche noi come per voi la morte è uno strumento del mestiere
Voi governanti approfittate di ogni tragedia...
...proprio come abbiamo sempre fatto noi!
anche per noi come per voi la morte è un business!

e siamo d’accordo con voi:
che vogliono ‘sti medici relativisti?
che significa che il cervello ormai è spappolato?
non basta morire per essere morti davvero!
io ero amleto
e morivo sei giorni a settimana
e il giovedì che facevo pure la pomeridiana, morivo due volte al giorno
e alla fine dello spettacolo ero ancora vivo.

e dopo magnavo a quattro ganasce
altro che sondino endogastrico


e siamo d’accordo con voi
anche noi coi morti ci lavoravamo.
Moliere, Shakespeare, Pirandello, per non parlare di Sofocle e Euripide
...tutti morti che lavoravano con noi!
ma almeno noi i morti li portavamo in scena!

voi rottamate una panda di dieci anni che ha fatto centomila chilometri
o un motorino smarmittato che cammina ancora,
ma una donna morta da anni....
che solo per caso gli batte ancora un po’ il cuore
magari solo perché gli avevate appena cambiato le pile al pace
maker
..voi quella la tenete attaccata a un tubo, dite che è in vita!
pure se è meno meno viva di una panda rottamata!
e impedite che venga messa sottoterra
noi... i morti li portavamo in scena,
ma voi che ci fate co sti morti?
li fate votare?
ci fate i sondaggi (altro che sondini)
ecco perché aumentate i vostri consensi
e arriverete al 200 percento

il presidente del consiglio dissotterrerà anche gli etruschi e gli antichi romani
e dirà “tarquinio prisco vota per me!”

io vivo in una tomba
perché io sono un intellettuale

io vivo in una tomba
e alla fine sono morto

perché m’avete tolto il gusto di lavorare coi miei morti preferiti
perché fate vivere un embrione
e una donna in coma,
ma fate morire per sempre Amleto e Alceste, Medea e Pulcinella

sono morto per non essere più un contemporaneo vostro

io sono morto perché a stare tra voi viventi mi rodeva troppo il culo
e adesso il mio culo che se lo mangiano i vermi
esso è diventato una preoccupazione loro
rosicate spaghetti striscianti!

che precursori i depressi!
appena è stato possibile se ne sono andati a vivere nelle tombe
e hanno preso le migliori, quelle senza finestre.
Se stai chiuso nella tomba non distingui una giornata di sole dal diluvio universale
le finestre sarebbero una stupida tentazione
puoi tenerle chiuse, ma hai sempre una possibilità di aprirle per affacciarti fuori
è come l’ex-fumatore che si va a comprare le sigarette
se vuoi smettere davvero non c’hai il pacchetto sul comodino

allora: meglio non avere finestre

Perciò
noi siamo morti.
Siamo morti perché non siamo come voi
perché se voi siete vivi
è evidente che noi siamo un’altra cosa!

sabato 14 marzo 2009

I musicisti inglesi: «Scaricare è legittimo»

Gli artisti divulgano il loro «manifesto ideologico» con l’intento di gestire direttamente i propri diritti

Robbie Williams (Ap)«It’s not a crime to download» (scaricare non è un crimine): parole di Billy Bragg, artista folk inglese che ricordiamo fin dai tempi della Thatcher per il proprio impegno politico e che parla a nome dei 140 musicisti e gruppi britannici della Featured Artists Coalition, nata con l’intento di prendere una posizione autonoma rispetto ai cambiamenti intervenuti nella distribuzione musicale ai tempi di internet e con la volontà di combattere lo strapotere della case discografiche.
LA COALIZIONE DEGLI ARTISTI - Robbie Williams, Annie Lennox, Billy Bragg, David Rowntree dei Blur, David Gilmour dei Pink Floyd, i Verve, Ed O'Brien dei Radiohead: sono solo alcune delle rockstar inglesi che hanno dato vita alla Featured Artists Coalition che, giunta al suo debutto ufficiale, divulga le proprie posizioni raccogliendole in sei punti fondamentali, uno dei quali è la ferma convinzione di non voler criminalizzare gli utenti che scaricano musica illegalmente. Il punto fondamentale del manifesto degli artisti è che i diritti di sfruttamento delle opere restino nelle mani dei musicisti e che l’utente che scarica musica non è un ladro.
YOUTUBE E GLI ALTRI - Annie Lennox, che non ha potuto presenziare l’incontro, ha mandato un proprio messaggio di supporto, cui si è unita anche la voce di Peter Gabriel, David Gray, Fran Healy dei Travis, Nick Mason dei Pink Floyd e Mick Jones dei Clash: una richiesta corale alle major affinché smettano con le loro politiche punitive nei confronti dei pirati online. L’appello è rivolto anche al ministro delle comunicazioni britannico Lord Carter, il quale aveva proposto pene severe per i downloader: secondo gli artisti britannici non è più tempo di criminalizzare i consumatori e sarebbe il caso che siti come MySpace o Youtube remunerassero i gruppi musicali quando utilizzano la loro musica a fini pubblicitari, mentre è giusto cedere gratis la musica ai propri fan attraverso Youtube e altri servizi. La pirateria musicale continua a dar del filo da torcere all’industria musicale e mentre in Francia c’è addirittura chi vuole bloccare la connessione a chi scarica musica al di fuori della legge, i protagonisti veri della musica fanno sapere di essere dalla parte della gente comune e che, a fronte di un cambiamento senza precedenti della fruizione musicale, sono le case discografiche e i protagonisti del business a dover rivedere alcune regole.

Dal corriere della sera, un articolo di Emanuela Di Pasqua

venerdì 27 febbraio 2009

A settembre 30mila professori a spasso

Il maestro unico terrà banco o sarà «bocciato»? Le famiglie hanno scelto: hanno iscritto i loro figli a scuola. Domani si chiudono le iscrizioni per l’anno scolastico 2009/2010: l’anno orribilis della scuola Gelmini. Una controriforma dagli effetti boomerang per tutti: famiglie, studenti, ma soprattutto per i docenti, i precari e il personale Ata (collaboratori scolastici, segretari e ammnistrativi) per via della mannaia Tremonti che sta per abbattersi senza pietà.Istruzione massacrata I bambini e i ragazzi che siederanno per la prima volta sui banchi - (nell’anno in corso c’è stato un trend di crescita di alunni intorno alle 10mila unità) - troveranno una scuola più povera, massacrata in ore di lezione, indirizzi, compresenze e contenuti. E più povera di lavoratori: 57mila i tagli imposti in Finanziaria per il 2009. Vale a dire in termini di personale: 42mila docenti e 15mila Ata. Oltre 30mila supplenti annuali saranno licenziati in tronco; oltre 10 mila saranno i docenti di ruolo in esubero, rivela il sindacato Flc-Cgil. Un taglio imposto da Tremonti che la Gelmini si appresta ad eseguire senza batter ciglio. E per il quale anche la Gilda degli insegnanti minaccia lo sciopero. I tagli agli organici avranno conseguenze drammatiche, soprattutto nel primo ciclo d’istruzione, dove la cosidetta riforma Gelmini debutta dal prossimo settembre. Alle scuole medie i sindacati prevedono una riduzione drammatica di 16mila posti in meno, concentrati per lo più nella classe di concorso di Italiano, Storia e Geografia ed Educazione tecnica. Uno scenario ancora più terribile si prospetta alle elementari (la scuola primaria italiana che fino ad oggi era vista come un modello d’eccellenza all’estero): qui i posti in meno che salteranno per via della cura dimagrante imposta all’istruzione si attestano intorno ai 20mila.Maestro unico «bocciato»?Un effetto-conseguenza del ritorno del maestro unico voluto dal ministro dei grembiulini, dei voti in numero in pagella e del 5 in condotta. Un ritorno al passato - che secondo indiscrezioni pubblicate dall’agenzia di stampa Dire ma confermate anche da Tuttoscuola, il portale sempre bene informato su quel che accade all’istruzione - le famiglie avrebbero ampiamente «bocciato», battendo tutti i record con la richiesta di tempo pieno. Soprattutto nelle metropoli del Nord e del Centro del paese. Ma anche il Sud, dove la scuola fino al pomeriggio non è mai decollata pare invece che si verifichi una inversione di tendenza. Se così sarà, Berlusconi in primis e la stessa Gelmini verranno travolti: hanno ribadito più volte: «Il tempo pieno verrà potenziato». Nulla di tutto questo accadrà dal prossimo settembre. Semmai verrà confermato solo laddove il modello di 40 ore esiste già. Tagli all’istruzioneLa Finanziaria 2008 prevede una mannaia consistente in 3 anni: 87mila posti docenti e 42mila Ata. Per il 2009 la cura dimagrante è concentrata solo sul primo ciclo d’istruzione con una sforbiciata che provocherà una profonda ferita alla scuola conteggiata in 57mila posti in meno. Un risparmio che la Gelmini realizzerà non solo «eliminando» 42mila posti-cattedra. Per non scontentare Tremonti, l’obiettivo-Tremonti il resto del taglio è determinato dall’aumento degli alunni per classe (da 25 a 27-28), la riconduzione delle di tutte le cattedre a 18 ore.Materie ridotto all’ossoL’insegnanto dell’italiano perde 2 ore. Tecnolgia un’ora. Arte e immagine 2 ore ogni corso di tempo prolungato. Idem per musica ed educazione motoria. Nessun taglio invece per la religione cattolica, mentre viene aggiunta un’ora di approfondimento in materia letteraria di cui non si sa la sorte: cosa e chi dovrebbe insegnarla. Via tutte le compresenzeIl modulo è stato cancellato. Via anche tutte le compresenze dalle classi. E resta aperto il problema di chi sorveglierà i bambini a mensa nel tempo normale dove ci sono rientri pomeridiani. Gli organici verranno assegnati solo per le ore di insegnamento.

Unità 27 febbraio 2009 , articolo di Maristella Iervasi