sabato 9 agosto 2008

Lettera aperta al Papa

Oggi, 25 luglio 2008, la Chiesa cattolica celebra il 40º anniversario della Humanae Vitae, su cui le gerarchie cattoliche hanno fondato la politica di opposizione alla contraccezione, che ha avuto effetti catastrofici sui poveri e i deboli di tutto il mondo, mettendo in pericolo la vita delle donne ed esponendo milioni di persone al rischio di contrarre l’HIV.
Quando Papa Paolo VI, nel 1968, consolidò la proibizione della contraccezione da parte delle gerarchie cattoliche, ignorò il parere di un gruppo di esperti scelti da lui stesso.
Quel gruppo di esperti, la Commissione sul Controllo delle Nascite, aveva votato a grande maggioranza la raccomandazione che la Chiesa abrogasse la proibizione della contraccezione artificiale, affermando che non era “intrinsecamente malvagia” e che le precedenti posizioni in materia non erano infallibili.
Sebbene Papa Paolo chiamasse 15 vescovi per la produzione del rapporto conclusivo, anche questi si fecero convincere dalla logica degli argomenti a favore della contraccezione, votando a favore della nuova posizione.
Venne preparato un “rapporto di minoranza”, nel quale si affermava che la dottrina sulla contraccezione non poteva cambiare, non per una qualche ragione specifica, ma perché le gerarchie cattoliche non potevano ammettere di essersi sbagliate: «La Chiesa non può cambiare la propria risposta, perché tale risposta è vera… È vera in quanto la Chiesa cattolica, istituita da Cristo… non avrebbe potuto sbagliare così gravemente per tutti i secoli della sua storia». Il documento proseguiva affermando che se le gerarchie avessero ammesso di essere state in errore su questo punto, la loro autorità sarebbe stata messa in discussione su tutte le “questioni morali”.
La Humanae Vitae continua a essere fonte di grandi conflitti e divisioni all’interno della Chiesa. Cattolici e non cattolici continuano a subire le conseguenze di questa devastante politica delle gerarchie cattoliche.
Gli effetti di questa proibizione sono stati particolarmente disastrosi nel sud del mondo, ove le gerarchie cattoliche esercitano una considerevole influenza sulle politiche di pianificazione familiare di numerose nazioni, ostacolando la messa in atto di buone politiche di sanità pubblica sulla pianificazione familiare e la prevenzione dell’infezione da HIV.
Tuttavia, la Humanae Vitae influenza le scelte di politica sanitaria pubblica anche nel nord del mondo. Quest’anno, l’azione di lobby della Conferenza Episcopale Cattolica degli Stati Uniti sul Congresso statunitense è riuscita a far escludere vitali servizi di pianificazione familiare, volti a impedire la trasmissione dell’HIV da madre a figlio, dal Piano Presidenziale di Emergenza per l’AIDS.
È incontestabile che la Humanae Vitae ha mancato completamente l’obiettivo di convincere i cattolici a rinunciare ai moderni metodi contraccettivi. Studi condotti in tutto il mondo hanno rilevato che i cattolici fanno uso della contraccezione e appoggiano l’utilizzo dei preservativi come mezzo per arginare la diffusione dell’HIV. La proibizione è tuttavia riuscita a impedire a molte donne e uomini di tutto il mondo di avere accesso a metodi affidabili di pianificazione familiare e di ottenere preservativi.
Ci è chiaro che la Chiesa cattolica non potrà progredire fino a quando non avrà fatto onestamente i conti col paradosso della Humanae Vitae: la maggior parte dei cattolici fa uso di contraccettivi moderni, ritenendola una scelta morale e considerandosi cattolici a pieno titolo, eppure le gerarchie cattoliche negano completamente questa realtà, costringendo i sacerdoti al silenzio su questo come su molti altri temi legati alla sessualità. Questi ultimi 40 anni hanno visto l’irrigidirsi della posizione del Vaticano mentre il mondo passava a una visione diversa e più ampia della sessualità e del ruolo della donna nella società. Papa Paolo VI non riuscì a invertire la marcia dei tempi 40 anni fa, ed è improbabile che un altro papa possa riuscirci in futuro. Ma fin quando le gerarchie ecclesiastiche continueranno a provarci, molti, e in particolare molte donne nei paesi più poveri, continueranno a soffrire.
Papa Benedetto, noi La invitiamo a sfruttare questo anniversario come occasione per avviare un processo di riforma, restando fedele agli aspetti positivi della dottrina cattolica sulla sessualità e abrogando la proibizione sulla contraccezione onde consentire ai cattolici di pianificare la propria vita familiare in modo sicuro e in buona coscienza.

Catholics for Choice A Critical Mass: Women Celebrating Eucharist – USA Association for the Rights of Catholics in the Church – USA Call to Action – USA Catholic Women’s Ordination – UK Catholics for a Changing Church – United Kingdom Catholics for a Free Choice – Canada Catholics for the Spirit of Vatican 2 – USA Católicas pelo Direito de Decidir – Brasil Católicas por el Derecho – a Decidir – Bolivia Católicas por el Derecho a Decidir – Buenos Aires Católicas por el Derecho a Decidir – Chile Católicas por el Derecho a Decidir – Colombia Católicas por el Derecho a Decidir – Córdoba Católicas por el Derecho a Decidir – El Salvador Católicas por el Derecho a Decidir – España Católicas por el Derecho a Decidir – México Católicas por el Derecho a Decidir – Nicaragua Católicas por el Derecho a Decidir – Paraguay Centro Bartolomé de las Casas – El Salvador Chicago Women-Church – USA Chrétiens sans Frontières de Gironde – France Colectivo Rebeldía Santa Cruz – Bolivia Comité Oscar Romero – Chile Comunidad Santo Tomás de Aquino – Spain CORPUS, National Association for an Inclusive Ministry – USA David et Jonathan—Association Homosexuelle Chrétienne Ouverte à Tous – France Demain l’Eglise – France Dignity USA Droits et Libertés dans les Eglises/Femm es et Homm es en Eglise – France Espérance 54 en Meurthe et Moselle – France European Forum of LGBT Christian Groups European Network Church on the Move Gehuwd en Ongehuwd Priesterschap – Netherlands KerkHardop – Netherlands Landelijk Koördinatie Punt Groepen Kerk en Homoseksualiteit – Netherlands Mandragora/Netmal – Brazil Mariënburgvereniging – Netherlands Movimiento También Somos Iglesia – Chile National Coalition of Am erican Nuns – USA New Ways Ministry – USA Noi Siamo Chiesa – Italy Nos Somos Igreja – Portugal Nous Somm es Aussi l’Eglise – France Pax Christi Maine – USA Plein Jour – France Red Latinoamericana de Católicas por elDerecho a Decidir Réseaux Résistances – Belgium Roman Catholic Women Priests – Europe-West Roman Catholic Women Priests – Canada Est Roman Catholic Women Priests – Canada West San Francisco Bay Area Women-Church – USA Southeastern Pennsylvania Women’s Ordination Conference – USA Stichting Kerk Hardop – Netherlands Stichting Magdala—Voor Vrow en Priester – Netherlands Voice of the Faithful/New Jersey – USA Werkplaats voor Theologie en Maatschappij – Belgium Women’s Alliance for Theology, Ethics and Ritual (WATER ) – USA Women’s Ordination Conference – USA Women-Church Baltimore

martedì 5 agosto 2008

Eluana non appartiene a Ratzinger

La frase del giorno (da destra): "Denunciamo e respingiamo l'esproprio da parte della magistratura della funzione legislativa propria del Parlamento".
L'altra frase del giorno (da sinistra): "Un fermo no a qualsiasi forma di eutanasia. Vogliamo Eluana viva."

Bisogna sapere che circa 500 membri della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana il giorno 31 luglio, ultima ora di una giornata carica di impegni arretrati come in uno di quegli uffici cari a Brunetta (sono stati approvati e trasformati in legge trattati firmati nel 1999, nel 2002, nel 2005 con paesi che avevano approvato quel trattato il mese dopo e che avranno già dimenticato di avere un impegno con l'Italia), hanno pensato bene di dedicare un'oretta frivola, fatta di dichiarazioni senza senso e di finte declamazioni su diritto alla vita, alla questione Eluana Englaro.

Quale questione? La Corte di Cassazione ha sentenziato che il padre di Eluana può chiedere ai medici di interrompere il sostegno forzato a una irreversibile stato vegetativo che dura da sedici anni. Come respingere una sentenza di civiltà? C'è un percorso. Folle, ma c'è.

S'intende che si sono ascoltate macabre arringhe del Popolo della Libertà (pronunciate a Montecitorio da ex avvocati di seconda fila e non da clinici al capezzale) secondo cui, dopo quasi due decenni, la destra prevede e si aspetta il risveglio. Ma l'espediente è il seguente: è vero che Camera e Senato, la sua destra, e i suoi crudeli credenti di destra e sinistra, non hanno mai legiferato, e che anzi, una maggioranza trasversale di deputati e senatori Vaticani, ha impedito tutto in materia di fine della vita, compreso il Testamento Biologico, attraverso la trovata di bollare tutto come "eutanasia".

Ma questo Parlamento non solo esige il blocco di ogni legge. Esige anche il blocco di ogni sentenza. Ovvero io non faccio la legge. E tu - Giudice - devi dire: "Che peccato, io l'avrei una decisione da prendere per una simile tragedia che inchioda il padre per sedici anni al capezzale della figlia spenta per sempre. Ma non posso farne una sentenza perché loro (deputati e senatori) non hanno voluto farne una legge. E io, senza legge, non parlo".

In questo modo il blocco dura per sempre. E il Santo Padre è servito. Solo quello che dice Lui è legge. Per gli altri basta astenersi e tacere. E per chi cade nella tragedia di Eluana e del padre di Eluana, fatti loro. Ci mancherebbe che deputati e giudici debbano farsi carico dei dolori del mondo. E così una danza macabra ha avuto luogo a metà giornata nell'Aula della Camera dei Deputati, il 31 luglio.

Invano qualche laico e qualche giurista hanno tentato di riportare il Parlamento a un comportamento più decoroso. La vergogna infatti sta nell'idea di un Parlamento - Camera e Senato - che denuncia un giudice e la sua sentenza alla Corte Costituzionale con l'espediente: niente legge (non la faremo mai), niente sentenza (benché il giudice abbia avuto il coraggio di farla ispirandosi ai fondamenti del diritto della Costituzione e della civiltà democratica).

La vergogna sta nella conclusione. Dopo il Senato anche la maggioranza della Camera ha votato la denuncia di una sentenza civile e coraggiosa di un giudice che ha scelto di dire "Qui qualcuno deve decidere. Basta gioco sul dolore".

Ma la vergogna continua quando si apprende che anche la Procura Generale ha impugnato la sentenza, bloccandone l'esecuzione (il Parlamento non poteva) facendo proprie, alla lettera, le ragioni vaticane della Chiesa e del Parlamento, stessi concetti, stesse parole.

La lezione è tremenda. Dice in modo perentorio "ERGA OMNES":
NON ILLUDETEVI.
NON C'E UNA CIVILE VIA D'USCITA.
NON IN ITALIA.
NON OGGI.

di Furio Colombo