venerdì 27 febbraio 2009

A settembre 30mila professori a spasso

Il maestro unico terrà banco o sarà «bocciato»? Le famiglie hanno scelto: hanno iscritto i loro figli a scuola. Domani si chiudono le iscrizioni per l’anno scolastico 2009/2010: l’anno orribilis della scuola Gelmini. Una controriforma dagli effetti boomerang per tutti: famiglie, studenti, ma soprattutto per i docenti, i precari e il personale Ata (collaboratori scolastici, segretari e ammnistrativi) per via della mannaia Tremonti che sta per abbattersi senza pietà.Istruzione massacrata I bambini e i ragazzi che siederanno per la prima volta sui banchi - (nell’anno in corso c’è stato un trend di crescita di alunni intorno alle 10mila unità) - troveranno una scuola più povera, massacrata in ore di lezione, indirizzi, compresenze e contenuti. E più povera di lavoratori: 57mila i tagli imposti in Finanziaria per il 2009. Vale a dire in termini di personale: 42mila docenti e 15mila Ata. Oltre 30mila supplenti annuali saranno licenziati in tronco; oltre 10 mila saranno i docenti di ruolo in esubero, rivela il sindacato Flc-Cgil. Un taglio imposto da Tremonti che la Gelmini si appresta ad eseguire senza batter ciglio. E per il quale anche la Gilda degli insegnanti minaccia lo sciopero. I tagli agli organici avranno conseguenze drammatiche, soprattutto nel primo ciclo d’istruzione, dove la cosidetta riforma Gelmini debutta dal prossimo settembre. Alle scuole medie i sindacati prevedono una riduzione drammatica di 16mila posti in meno, concentrati per lo più nella classe di concorso di Italiano, Storia e Geografia ed Educazione tecnica. Uno scenario ancora più terribile si prospetta alle elementari (la scuola primaria italiana che fino ad oggi era vista come un modello d’eccellenza all’estero): qui i posti in meno che salteranno per via della cura dimagrante imposta all’istruzione si attestano intorno ai 20mila.Maestro unico «bocciato»?Un effetto-conseguenza del ritorno del maestro unico voluto dal ministro dei grembiulini, dei voti in numero in pagella e del 5 in condotta. Un ritorno al passato - che secondo indiscrezioni pubblicate dall’agenzia di stampa Dire ma confermate anche da Tuttoscuola, il portale sempre bene informato su quel che accade all’istruzione - le famiglie avrebbero ampiamente «bocciato», battendo tutti i record con la richiesta di tempo pieno. Soprattutto nelle metropoli del Nord e del Centro del paese. Ma anche il Sud, dove la scuola fino al pomeriggio non è mai decollata pare invece che si verifichi una inversione di tendenza. Se così sarà, Berlusconi in primis e la stessa Gelmini verranno travolti: hanno ribadito più volte: «Il tempo pieno verrà potenziato». Nulla di tutto questo accadrà dal prossimo settembre. Semmai verrà confermato solo laddove il modello di 40 ore esiste già. Tagli all’istruzioneLa Finanziaria 2008 prevede una mannaia consistente in 3 anni: 87mila posti docenti e 42mila Ata. Per il 2009 la cura dimagrante è concentrata solo sul primo ciclo d’istruzione con una sforbiciata che provocherà una profonda ferita alla scuola conteggiata in 57mila posti in meno. Un risparmio che la Gelmini realizzerà non solo «eliminando» 42mila posti-cattedra. Per non scontentare Tremonti, l’obiettivo-Tremonti il resto del taglio è determinato dall’aumento degli alunni per classe (da 25 a 27-28), la riconduzione delle di tutte le cattedre a 18 ore.Materie ridotto all’ossoL’insegnanto dell’italiano perde 2 ore. Tecnolgia un’ora. Arte e immagine 2 ore ogni corso di tempo prolungato. Idem per musica ed educazione motoria. Nessun taglio invece per la religione cattolica, mentre viene aggiunta un’ora di approfondimento in materia letteraria di cui non si sa la sorte: cosa e chi dovrebbe insegnarla. Via tutte le compresenzeIl modulo è stato cancellato. Via anche tutte le compresenze dalle classi. E resta aperto il problema di chi sorveglierà i bambini a mensa nel tempo normale dove ci sono rientri pomeridiani. Gli organici verranno assegnati solo per le ore di insegnamento.

Unità 27 febbraio 2009 , articolo di Maristella Iervasi

Presentazione del libro"Storia di una morte opportuna. Il diario del medico che fece la volontà di Welby"


La presentazione del libro si svolgerà presso l'aula 3 di economia in piazza scaravilli il 3 marzo alle ore 19.00 .

Saranno presenti gli autori del libro Mario Riccio e Gianna Milano e con loro parleremo del libro e apriremo un dibattito su eutanasia, testamento biologico e autodeterminazione della persona.

All'ingresso aperitivo e banchetto di informazione e vendita del libro.

Vi aspettiamo !!!

sabato 21 febbraio 2009

Gelmini e Aprea: una scuola-azienda contro studenti e lavoratori!!!

In questi giorni sta approdando alla VII comissione della camera il progetto di legge dell'onorevole Aprea intitolato "Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelt educativa delle famiglie, nonchè per la riforma dello stato giuridico dei docenti" .

Ma cosa si nasconde dietro questa sigla ?

Beh, la risposta è semplice : un elenco di sciagure per tutti...

Le scuole saranno trasformate in fondazioni governate dai dirigenti scolastici e da un consiglio d'amministrazione in cui gli studenti non avranno voce ,ma in compenso sarà possibile garantire un posto a tutte le aziende che vorranno sostenere finanziariamente le attività scolastiche e a "raggiungere gli obiettivi del POF"...

L'eliminazione delle rappresentanze studentesche e dei lavoratori (RSU) dalle singole scuole !!!

I nuovi criteri di assunzione per i docenti saranno semplici e immediati : CHIAMATA DIRETTA DA PARTE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI !!!

Istituzione di un nucleo di valutazione della didattica che dovrebbe "valutare a scadenze periodiche" il livello raggiunto dagli studenti e l'efficenza dei percorsi formativi ,come se gli studenti fossero pezzi usciti da una catena di montaggio automatizzata e non soggetti che apprendono sulla base di competenze acquisite, sul contesto di partenza del singoloe della classe,sulla cittadinanza e autonomia che si è in grado di trasmettere ed altro ancora.

Come se tutto ciò non fosse abbastanza il pdl Aprea apre la strada allo "scongelamento" della riforma Moratti bloccata dal governo Prodi e pronta ad essere applicata portando cosi i tecnici a diventare licei ed i professionali a diventare scuole di formazione regionali con la possibilità di assolvere l'obbligo scolastico con un alternanza scuola lavoro o un contratto d'apprendistato a partire da 15 anni.

La Gelmini ha espresso "il suo sostegno" a questo tremendo attacco alla scuola pubblica. Perchè nell'Italia di Silvio Berlusconi servono sudditi ignoranti e non cittadini !!

Questa non è la scuola in cui vogliamo lavorare e a cui vogliamo affidare i nostri figli. Per noi la scuola è una comunità democratica in cui tutti possano sviluppare i loro talenti e le loro passioni crescendo con capacità critiche e saperi di cittadinanza.

Noi vogliamo una scuola per tutti e per ciascuno !!!

lunedì 16 febbraio 2009

SEMINARIO A STORIA SUL XIX SECOLO!!!



Si apre a Storia un nuovo seminario a crediti!!!
Su richiesta di Rosso Malpelo, infatti, la Facoltà presenta:

SEMINARIO SUL XIX SECOLO


1 Mecoledì 18 Febbraio ore 15 "La periodizzazione degli avvenimenti del XIX secolo" Prof.Varni
2 lunedì 2 Marzo ore 15: "La Storia d'Europa nel XIX secolo e la nascita dei nazionalismi" prof.Casalena (3 ore)
3 Mecoledì 4 Marzo ore 15: "Il concetto di rivoluzione nel XIX secolo" prof.Casalena
4 Mecoledì 11 Marzo ore 13: "la storiografia sul XIX secolo" prof.Porciani
5 Giovedì 12 Marzo ore 15 (al museo o ore 14,30 davanti a san giovanni in monte) :visita museo risorgimento prof.Tarozzi (3 ore)
6 lunedì 16 Marzo ore 15: Il concetto di Modernizzazione prof.Casalena
7 Martedì 17 Marzo ore 15: le origini dei consumi di massa prof.Capuzzo
8 Mercoledì 18 Marzo ore 15: "Il concetto di progresso" prof.Sofia
9 Lunedì 23 Marzo ore 15: "L'asia nel XIX secolo" prof Bisteghi
10 Mercoledì 25 Marzo ore 15: "L'impero ottomano nel XIX secolo" prof Bisteghi
11 Mercoledì 1 Aprile ore 15: "Bibbia, ebraismo, atisemitismo" prof. Sofia


Il seminario vale 2 crediti per gli studenti della triennale e 3 per quelli della specialistica (gli studenti della specialistica oltre alla presenza dovranno fare una breve tesina di circa 10 pagine)

L’abbraccio mortale tra governo e Vaticano

Singolare coincidenza, quella della “soluzione” del caso di Eluana Englaro, e l’80° anniversario dei Patti Lateranensi, con annesso tra Concordato Stato italiano e Chiesa cattolica, rappresentata dal Vaticano. Quanto, l’11 febbraio 1929 il cardinale Gasparri (!) e il “cavaliere" (!) Benito Mussolini firmarono quelle intese, si parlò di “fine della questione romana”, di pax religiosa, di alleanza fra trono e altare, o addirittura fra Cesare e Cristo. E, certo, malgrado i momenti difficili che ancora seguirono (in particolare l’aspra crisi tra fascismo e Azione Cattolica nel 1931), non v’è dubbio che la Chiesa fu un potente sostegno al regime mussoliniano, benché non siano mancati preti coraggiosi – alcuni dei quali persero anche la vita – che tentarono di animare una sotterranea resistenza. Del resto sarebbe sbagliato oltre che ingeneroso parlare di “Chiesa” in blocco, non trattandosi di un monolite, bensì di un variegato mondo che comprende il papa e la sua ristretta cerchia che regge le redini del comando, il Vaticano con le sue strutture – finanziarie, politiche, giornalistiche, editoriali… –, le situazioni locali, a vario livello, e il diffuso, ancorché sempre meno convinto “popolo di Dio”: i “fedeli”. Fedeli che, dicono recenti sondaggi, per quel che valgono, sono sempre più distaccati dalle indicazioni provenienti dalla Santa Sede e dalle sue emanazioni nelle diverse sedi vescovili, fino a giungere ai parroci che impartiscono, con le omelie domenicali, sermoni che invano cercano di riportare all’ovile le pecorelle smarrite. Lo smarrimento, crescente nel corso degli anni, sta diventando un fuggi-fuggi generale, davanti alla disumanità agghiacciante di papa Ratzinger, una figura che, se io fossi cattolico, guarderei con profonda preoccupazione per i danni che sta arrecando alla sua e mia (se fossi cattolico…) Chiesa.
Il caso di Eluana, con la sua mesta e inevitabile conclusione letale (non perdonerò mai al papa e ai suoi scherani, laici ed ecclesiastici di avermi costretto a gioire per la morte di una persona. O meglio, di quel niente che di essa restava sotto parvenze di vita) e la sua coincidenza con l’anniversario dei Patti concordatari, ci pongono sotto gli occhi, nel passaggio della Storia da tragedia a farsa, che anche oggi, come sotto il regime del “duce”, siamo davanti a una intesa tra potere politico e potere religioso. Una intesa che, se sul breve termine può recare vantaggio reciproco ai due contraenti, sul medio e lungo periodo, finirà per scardinare entrambi. Ebbene sì. Voglio concedermi una nota di ottimismo, oggi. Ho incontrato molti credenti, ho discorso con numerosi cattolici osservanti e non ne ho trovato uno che condividesse le parole algide e incapaci di comprendere il dolore, ma anche parole antiscientifiche, delle gerarachie pontificie ed ecclesiali in genere. Non ne ho trovato uno che non mi dicesse, allargando le braccia, che il papa sbagliava, e che i vari Bagnasco e compagnia cantante, stavano mostrando una terribile incapacità di capire e una ancor più tremenda volontà, nella sua ferocia, di perseverare nell’errore, nella disumanità, nella oscena litania sulla vita, che in realtà altro non era – altro non è, per tutte le questioni che pur diverse dal caso di Eluana – hanno a che fare con la genetica, la biologia degli umani, la loro possibilità e il loro diritto di gestire il proprio corpo, e di scegliere anche di por fine alle proprie sofferenze. Tutte le indicazioni provenienti dalla Santa Sede in queste “materie sensibili” (espressione peraltro ridicolissima), sono state tutte, una dopo l’altra, mostruose: nemiche della scienza, nemiche della salute delle persone, nemiche della loro libertà, nemiche della loro indipendenza e capacità di giudizio e di decisione. Il papa e i suoi accoliti, da Città del Vaticano fino alle sedi arcivescovili (la gran parte), ora sospinti, più spesso seguiti, pedissequamente, dal ceto governativo, e in larga parte, dalla maggioranza del ceto politico, hanno davvero incarnato il partito della morte, dell’oscurità, dell’ignoranza, e forse, quel che è ancora più grave, il partito della crudeltà.
Ma l’accordo politica governativa/Chiesa cattolica va ben oltre. E l’arzillo Berlusconi, che ripete un giorno sì e l’altro pure le proprie lodi, alludendo anche e spesso soprattutto alla propria (viagresca) potenza virile, pronto a ricorrere alla scienza medica nella speranza di rimanere vivo e sano per i prossimi cinque o sei decenni, si appoggia alle colonne di San Pietro sperando che esse siano più solide dell’ira di una folla che prima o poi, come tirò le monetine sul suo padrino Bettino Craxi, si desterà dal letargo, e lo sommergerà. Non ci sono colonne, non ci sono altari, non ci sono sacre immagini che possano servire, quando la folla si scatena. E se non sorprende l’arroganza del politico, che deve comunque difendersi dalla galera, avendo malgrado prescrizioni innumerevoli, capi d’accusa pendenti che solo una provvidenziale legge ha per ora messo da parte, v’è davvero da stupire davanti a tanta insipienza mostrata dalla Chiesa di Roma. Dov’è finita la lucidità caritatevole dei grandi personaggi del cattolicesimo? Dove si sono arenati i disegni di incontro, oltre gli steccati di fedi escludenti, con altre religioni e soprattutto con il vasto mondo della modernità, che è prevalentemente laico? E dove d’altro canto, si sono autoseppelliti i laici/liberali, i laici/socialisti, i laici/(post)comunisti in questo Paese? – Questo è un interrogativo che da tempo molti di noi si pongono, e che, anzi, è uno dei fili conduttori di MicroMega. E il recentissimo caso della sostituzione di Ignazio Marino – cattolico e scienziato serio, con doti anche di politico – alla guida del Gruppo PD nella Commissione Sanità del Senato è un segnale di cedimento all’oltranzismo clericale che non può che preoccupare.
Eppure, qualche segnale di resipiscenza sembra apparire, qualche inquietudine si sta palesando anche in seno alle armate del papa: anche un giornale ex –liberale ed ex-laico come il “Corriere della Sera” manifesta qualche allarme, se persino un personaggio pericolosamente avvicinatosi al papismo negli ultimi anni, come Ernesto Galli della Loggia, ha espresso dubbi sulla lungimiranza e sull’efficacia delle scelte papali e delle alte gerarchie vaticane. Vanno allo scontro, lamenta Galli; e il dialogo laici/cattolici è finito. O minaccia di naufragare. Ebbene, se i cattolici vogliono trasformarsi in panzer d’attacco contro i progressi della cultura moderna, dall’Umanesimo di Lorenzo Valla fino alla scienza positiva di Charles Darwin, fino alle assurde (e disumane) battaglie contro i progressi della ricerca sulle cellule staminali adulte, sappiano che saranno sconfitti. E con loro sarà sconfitta la loro Chiesa. E il rispetto che all’istituzione si deve, anche per i tanti suoi militanti che si battono da sempre per cause giuste, e per il lavoro di supplenza alle pubbliche istituzioni che strutture cattoliche svolgono (si pensi alle politiche di accoglienza dei migranti, svolte, per esempio, da una istituzione benemerita come la Caritas), quel rispetto, ahimé, sarà del tutto, inglorosiamente, perduto. Ma, personalmente, mi auguro soltanto che un moto di ribellione morale sorga in seno a quel popolo di Dio, che faccia sentire ai suoi “pastori” che sono essi a sbagliare. A cominciare proprio da un pontefice romano – il pastore tedesco, dell’indimenticata copertina del “Manifesto” all’atto dell’elezione di Ratzinger al soglio di Pietro – che dalla pretesa, dichiarata e reiteratamente ribadita “infallibilità” è assai più lontano di quanto lo sia la Terra dalla Luna. A meno che, indossando i panni del laico-laicista accanito, meglio, dell’estremista del laicismo, io mi auguri, invece, tutt’altro: che, semplicemente, questo papa-re imperi a lungo, e che piazzi i suoi fedelissimi in ogni centro di potere spirituale di Santa Romana Chiesa. Sarà il modo migliore per scardinarla e portarla alla catastrofe.

Angelo d'Orsi

martedì 10 febbraio 2009

Piccole lucertole crescono

Il ministro degli Interni della Repubblica Italiana, on. Roberto Maroni, ha querelato il noto settimanale sovversivo “Famiglia Cristiana” per avere definito “razziste” e rigurgito da “osterie padane” le sue nuove leggi, tra le quali brilla la denuncia di pazienti non italiani senza “papieren” ricoverati, magari privi di sensi oltre che di documenti, negli ospedali. . Nel 1935, oopo la promulgazione delle Leggi di Norimberga per il salvataggio e la protezione del sangue ariano, gli ospedali pubblici tedeschi cominciarono a rifiutare pazienti ebrei per ordine del sindaco, come a Berlino, o, se questi avessero chiesto soccorso presso uno di essi, a denunciarli alle autorità, “sotto pena di carcere o di campo di lavoro duro”, come specificava la legge. Anche gli alligatori più feroci, da piccoli, sembrano soltanto lucertole.

sabato 7 febbraio 2009

giovedì 5 febbraio 2009

Caso Englaro: per Rodotà si va verso legge anticostituzionale

La vicenda di Eluana Englaro sembra non avere mai fine. Erano prevedibili le manifestazioni di dissenso da parte di alcuni gruppi, sono del tutto ingiustificabili le parole aggressive, fuori misura di appartenenti al mondo politico, e continua a sorprendere e a preoccupare il fatto che autorità di governo, e penso al ministro Sacconi, continuino a mantenere aperto un’inammissibile conflitto con una decisione della magistratura. Il conflitto è stato reiterato da parte di questa maggioranza nelle diverse sedi – conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale, dichiarato inammissibile, divieto del presidente della Regione Lombardia alle istituzioni sanitarie pubbliche convenzionate, provvedimento annullato dal tar della Lombardia, atto di indirizzo del ministro Sacconi alle regioni privo di ogni fondamento giuridico: insomma, in tutte le sedi e in tutte le occasioni l’atteggiamento di governo e maggioranza sono stati giudicati illegittimi da parte delle diverse istanze giurisdizionali, dalla Corte Costituzionale alla Corte di Cassazione (due volte), al tar del Lazio, e oggi c’è in atto un rifiuto istituzionale di rispettare una sentenza della magistratura. Siamo arrivati al grottesco, se non fosse in atto una tragedia, di chiedere l’immediato intervento del governo, forse con un decreto legge, per impedire che una sentenza passata in giudicato potesse essere eseguita.
Un fatto, già come richiesta, inaudito in democrazia. Questo inammissibile conflitto si sta rivelando come una sorta di rifiuto della legalità costituzionale. In questo momento le preoccupazioni sono legate proprio a questa volontà dilatoria che è diventata una violazione della legalità costituzionale, e una mancanza di rispetto per i diritti fondamentali delle persone.
Si sta creando, o si cercano di creare le premesse per una legge proibizionista e negatrice del diritto fondamentale a governare liberamente la propria vita, qual è quella di cui è appena cominciata la discussione in Parlamento. Di fronte a tutto questo, c’è l’atteggiamento straordinariamente responsabile della famiglia Englaro, di suo padre, che non ha in nessun momento voluto strumentalizzare questa vicenda, non ha voluto far leva su nessuna emotività, non ha voluto diffondere le foto della figlia che sarebbero assai più eloquenti di ogni discorso sulla situazione in cui si trova, non ha voluto usare la doppia o tripla morale degli italiani in queste situazioni, come qualcuno aveva ipocritamente suggerito, e come avrebbe potuto fare da anni, facendo chiudere questa vicenda nel silenzio, riportando Eluana a casa. Ha fatto e continua a fare una grande battaglia di civiltà che ha cambiato l’agenda politica italiana, che fa di Beppino Englaro – che ha sempre voluto che fossero le istituzioni, la magistratura a pronunciarsi; che dopo la prima sentenza della Cassazione, quella del 2007, ha commentato sobriamente «viviamo in uno Stato di diritto», tutto questo fa di Beppino Englaro un eroe civile.
Quello che mi sorprende in questo momento, di fronte a questo scomposto modo di muoversi del governo e della maggioranza, è il silenzio dell’opposizione. Un silenzio tanto più inammissibile e sconfortante in quanto ci troviamo di fronte al tentativo di ridefinire diritti davvero fondamentali della persona. Io non sono un appassionato dei sondaggi come guida dell’azione politica, e tuttavia partiti e persone che stanno attentissimi a mezzo punto percentuale di gradimento crescente o decrescente del Partito democratico e del suo segretario, girano la testa dall’altra parte, di fronte a sondaggi che ci dicono che il 79% degli interpellati è dalla parte di Eluana e di suo padre, che l’83% ritiene che la Chiesa debba parlare alle coscienze e non imporre comportamenti ai legislatori. C’è dunque una cecità politica in questo momento, perché anche in una situazione nella quale il favore dell’opinione pubblica è così forte, il Partito democratico è paralizzato dalle sue frange interne.
Devo dire che mi colpisce l’atteggiamento e il silenzio di Berlusconi, uomo di sondaggi, e che quindi non si è schierato apertamente a sostegno degli estremismi della sua maggioranza e del suo governo. Mi colpisce l’atteggiamento di Fini che ha riconosciuto che siano i familiari a dover dire l’ultima parola in questo momento, e, appunto per contrasto, è assordante questo silenzio dell’opposizione. Io l’ho scritto altre volte, che un’opposizione così non ha futuro. Naturalmente poi ci sono anche i gruppi politici molto attivi, e penso ai Radicali che in questa vicenda hanno mantenuto la loro linea e il loro rigore, e tuttavia, la posizione dell’opposizione parlamentare – e mi riferisco al Partito democratico, non penso certamente all’Udc – rischia poi di avere gravissimi effetti per quanto riguarda la legge sul testamento biologico che ormai si profila come una legge non solo di restaurazione, ma come una legge che toglie ciò che già i cittadini hanno, perché non c’è un vuoto legislativo, come si è detto in questi giorni, anzi, c’è un pieno di norme che la Corte di Cassazione ha individuato e ha utilizzato per riconoscere a Eluana Englaro i suoi diritti, e sono norme costituzionali, di principio, che, certo, possono richiedere un adattamento alla situazione concreta, ma non possono negare la sostanza del diritto che già c’è. In questo senso non c’è un vuoto legislativo, ha ragione Umberto Veronesi quando dice che andiamo verso una legge incostituzionale, perché vorrei ricordare per l’ennesima volta che l’art.32 della Costituzione si chiude con queste parole: «La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
Siamo esattamente in questa situazione. La legge deve riconoscere il diritto di ciascuno a governare liberamente la propria vita e ho grandi timori che la paura parlamentare di troppi ci porti verso una deriva assai poco rispettosa dei diritti delle persone e della loro stessa umanità.

di Stefano Rodotà