lunedì 16 febbraio 2009

L’abbraccio mortale tra governo e Vaticano

Singolare coincidenza, quella della “soluzione” del caso di Eluana Englaro, e l’80° anniversario dei Patti Lateranensi, con annesso tra Concordato Stato italiano e Chiesa cattolica, rappresentata dal Vaticano. Quanto, l’11 febbraio 1929 il cardinale Gasparri (!) e il “cavaliere" (!) Benito Mussolini firmarono quelle intese, si parlò di “fine della questione romana”, di pax religiosa, di alleanza fra trono e altare, o addirittura fra Cesare e Cristo. E, certo, malgrado i momenti difficili che ancora seguirono (in particolare l’aspra crisi tra fascismo e Azione Cattolica nel 1931), non v’è dubbio che la Chiesa fu un potente sostegno al regime mussoliniano, benché non siano mancati preti coraggiosi – alcuni dei quali persero anche la vita – che tentarono di animare una sotterranea resistenza. Del resto sarebbe sbagliato oltre che ingeneroso parlare di “Chiesa” in blocco, non trattandosi di un monolite, bensì di un variegato mondo che comprende il papa e la sua ristretta cerchia che regge le redini del comando, il Vaticano con le sue strutture – finanziarie, politiche, giornalistiche, editoriali… –, le situazioni locali, a vario livello, e il diffuso, ancorché sempre meno convinto “popolo di Dio”: i “fedeli”. Fedeli che, dicono recenti sondaggi, per quel che valgono, sono sempre più distaccati dalle indicazioni provenienti dalla Santa Sede e dalle sue emanazioni nelle diverse sedi vescovili, fino a giungere ai parroci che impartiscono, con le omelie domenicali, sermoni che invano cercano di riportare all’ovile le pecorelle smarrite. Lo smarrimento, crescente nel corso degli anni, sta diventando un fuggi-fuggi generale, davanti alla disumanità agghiacciante di papa Ratzinger, una figura che, se io fossi cattolico, guarderei con profonda preoccupazione per i danni che sta arrecando alla sua e mia (se fossi cattolico…) Chiesa.
Il caso di Eluana, con la sua mesta e inevitabile conclusione letale (non perdonerò mai al papa e ai suoi scherani, laici ed ecclesiastici di avermi costretto a gioire per la morte di una persona. O meglio, di quel niente che di essa restava sotto parvenze di vita) e la sua coincidenza con l’anniversario dei Patti concordatari, ci pongono sotto gli occhi, nel passaggio della Storia da tragedia a farsa, che anche oggi, come sotto il regime del “duce”, siamo davanti a una intesa tra potere politico e potere religioso. Una intesa che, se sul breve termine può recare vantaggio reciproco ai due contraenti, sul medio e lungo periodo, finirà per scardinare entrambi. Ebbene sì. Voglio concedermi una nota di ottimismo, oggi. Ho incontrato molti credenti, ho discorso con numerosi cattolici osservanti e non ne ho trovato uno che condividesse le parole algide e incapaci di comprendere il dolore, ma anche parole antiscientifiche, delle gerarachie pontificie ed ecclesiali in genere. Non ne ho trovato uno che non mi dicesse, allargando le braccia, che il papa sbagliava, e che i vari Bagnasco e compagnia cantante, stavano mostrando una terribile incapacità di capire e una ancor più tremenda volontà, nella sua ferocia, di perseverare nell’errore, nella disumanità, nella oscena litania sulla vita, che in realtà altro non era – altro non è, per tutte le questioni che pur diverse dal caso di Eluana – hanno a che fare con la genetica, la biologia degli umani, la loro possibilità e il loro diritto di gestire il proprio corpo, e di scegliere anche di por fine alle proprie sofferenze. Tutte le indicazioni provenienti dalla Santa Sede in queste “materie sensibili” (espressione peraltro ridicolissima), sono state tutte, una dopo l’altra, mostruose: nemiche della scienza, nemiche della salute delle persone, nemiche della loro libertà, nemiche della loro indipendenza e capacità di giudizio e di decisione. Il papa e i suoi accoliti, da Città del Vaticano fino alle sedi arcivescovili (la gran parte), ora sospinti, più spesso seguiti, pedissequamente, dal ceto governativo, e in larga parte, dalla maggioranza del ceto politico, hanno davvero incarnato il partito della morte, dell’oscurità, dell’ignoranza, e forse, quel che è ancora più grave, il partito della crudeltà.
Ma l’accordo politica governativa/Chiesa cattolica va ben oltre. E l’arzillo Berlusconi, che ripete un giorno sì e l’altro pure le proprie lodi, alludendo anche e spesso soprattutto alla propria (viagresca) potenza virile, pronto a ricorrere alla scienza medica nella speranza di rimanere vivo e sano per i prossimi cinque o sei decenni, si appoggia alle colonne di San Pietro sperando che esse siano più solide dell’ira di una folla che prima o poi, come tirò le monetine sul suo padrino Bettino Craxi, si desterà dal letargo, e lo sommergerà. Non ci sono colonne, non ci sono altari, non ci sono sacre immagini che possano servire, quando la folla si scatena. E se non sorprende l’arroganza del politico, che deve comunque difendersi dalla galera, avendo malgrado prescrizioni innumerevoli, capi d’accusa pendenti che solo una provvidenziale legge ha per ora messo da parte, v’è davvero da stupire davanti a tanta insipienza mostrata dalla Chiesa di Roma. Dov’è finita la lucidità caritatevole dei grandi personaggi del cattolicesimo? Dove si sono arenati i disegni di incontro, oltre gli steccati di fedi escludenti, con altre religioni e soprattutto con il vasto mondo della modernità, che è prevalentemente laico? E dove d’altro canto, si sono autoseppelliti i laici/liberali, i laici/socialisti, i laici/(post)comunisti in questo Paese? – Questo è un interrogativo che da tempo molti di noi si pongono, e che, anzi, è uno dei fili conduttori di MicroMega. E il recentissimo caso della sostituzione di Ignazio Marino – cattolico e scienziato serio, con doti anche di politico – alla guida del Gruppo PD nella Commissione Sanità del Senato è un segnale di cedimento all’oltranzismo clericale che non può che preoccupare.
Eppure, qualche segnale di resipiscenza sembra apparire, qualche inquietudine si sta palesando anche in seno alle armate del papa: anche un giornale ex –liberale ed ex-laico come il “Corriere della Sera” manifesta qualche allarme, se persino un personaggio pericolosamente avvicinatosi al papismo negli ultimi anni, come Ernesto Galli della Loggia, ha espresso dubbi sulla lungimiranza e sull’efficacia delle scelte papali e delle alte gerarchie vaticane. Vanno allo scontro, lamenta Galli; e il dialogo laici/cattolici è finito. O minaccia di naufragare. Ebbene, se i cattolici vogliono trasformarsi in panzer d’attacco contro i progressi della cultura moderna, dall’Umanesimo di Lorenzo Valla fino alla scienza positiva di Charles Darwin, fino alle assurde (e disumane) battaglie contro i progressi della ricerca sulle cellule staminali adulte, sappiano che saranno sconfitti. E con loro sarà sconfitta la loro Chiesa. E il rispetto che all’istituzione si deve, anche per i tanti suoi militanti che si battono da sempre per cause giuste, e per il lavoro di supplenza alle pubbliche istituzioni che strutture cattoliche svolgono (si pensi alle politiche di accoglienza dei migranti, svolte, per esempio, da una istituzione benemerita come la Caritas), quel rispetto, ahimé, sarà del tutto, inglorosiamente, perduto. Ma, personalmente, mi auguro soltanto che un moto di ribellione morale sorga in seno a quel popolo di Dio, che faccia sentire ai suoi “pastori” che sono essi a sbagliare. A cominciare proprio da un pontefice romano – il pastore tedesco, dell’indimenticata copertina del “Manifesto” all’atto dell’elezione di Ratzinger al soglio di Pietro – che dalla pretesa, dichiarata e reiteratamente ribadita “infallibilità” è assai più lontano di quanto lo sia la Terra dalla Luna. A meno che, indossando i panni del laico-laicista accanito, meglio, dell’estremista del laicismo, io mi auguri, invece, tutt’altro: che, semplicemente, questo papa-re imperi a lungo, e che piazzi i suoi fedelissimi in ogni centro di potere spirituale di Santa Romana Chiesa. Sarà il modo migliore per scardinarla e portarla alla catastrofe.

Angelo d'Orsi

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