venerdì 16 maggio 2008

Chi è Mariastella Gelmini, neoministro dell’Istruzione, dell'Università e della Ricerca?

Mariastella Gelmini è entrata in Forza Italia sin dalle origini del movimento politico come semplice militante, ne è diventata in pochi anni coordinatrice regionale, in una regione determinante come la Lombardia, non senza la "benedizione" di Roberto Formigoni. A questo ha affiancato una carriera nelle istituzioni, dal consiglio comunale di Desenzano sino, nel 2006, allo scranno del parlamento. Molto vicina ad ambienti cattolici, la Gelmini non si è mai occupata direttamente di istruzione ed è anche alquanto giovane (35 anni), secondo ambienti della stessa maggioranza, forse un po’ troppo.

In una proposta di legge presentata lo scorso 5 febbraio (a governo Prodi già caduto, insomma suona un po’ come un cartellino di prenotazione di quelli che si mettono al ristorante per i posti riservati) si può già ben leggere cosa pensa il neoministro della scuola e dell'università del Bel Paese: "rafforzamento dei poteri organizzativi e disciplinari dei dirigenti scolastici con compiti di gestione amministrativa e di reclutamento del corpo docente", "la promozione di una piena concorrenza tra le istituzioni scolastiche, mediante l'adozione di meccanismi di ripartizione delle risorse pubbliche in proporzione ai risultati formativi rilevati da un organismo terzo" che pubblicherà "annualmente una classifica regionale delle istituzioni scolastiche fondata su parametri trasparenti e verificabili" e attraverso "il riconoscimento alle famiglie di voucher formativi da spendere nelle scuole pubbliche o private". E poi ancora la valorizzazione del merito attraverso la eliminazione di "ogni automatismo nelle progressioni retributive e di carriera degli insegnanti" ed anche "attraverso la chiamata nominativa da parte delle autonomie scolastiche su liste di idonei, con un periodo di prova di due anni scolastici propedeutico all'assunzione a tempo indeterminato" e dare "la possibilità alle singole istituzioni scolastiche di stipulare con singoli docenti contratti integrativi di tipo privatistico".
In pratica : assunzioni a chiamata su elenco di idonei , potere ai presidi di gestire il personale decidendo dopo due anni di "prova" se il docente sia adatto (il che detto da una ciellina significa molto,forse troppo...), fondi ineguali per le scuole(che essendo competenza regionale saranno già colpite dal federalismo fiscale) in base ad una valutazione da parte di terzi (resta da capire che tipo di valutazione e affidata a chi), assunzione con contratti particolari e eliminazione dell'"aumento per anzianità" e in ultimis ,una forzista bresciana amica di Formigoni non poteva resistere, buoni scuola per le private...

Pensate che peggio di cosi non possa andare e il vostro futuro è seriamente minacciato da questa donna? Vi state pizzicando nella speranza che questo sia solo un incubo? Forse sarà meglio che sappiate anche che la Gelmini è talmente favorevole al numero chiuso da dire che dovranno esserci "esami preliminari obbligatori per l'accesso alle università pubbliche e private, anche ove non sia previsto il numero programmato per le iscrizioni ai corsi di laurea, al fine di valutare la preparazione di base e i successivi progressi degli studenti" e che anche per i docenti che intendono accedere all'insegnamento universitario si prospetta "la progressiva abolizione degli incarichi a tempo indeterminato" e la revisione dei " meccanismi di reclutamento, mediante l'istituzione progressiva della chiamata nominale da parte delle facoltà universitarie".

Se il buon giorno si vede dal mattino...che dire... buonanotte e sogni d'oro...

Certo queste non sono le pratiche che possono servire a costruire quella università luogo di ricerca e di crescita culturale collettiva , quella università che vuole chi come noi quotidianamente sogna,studia e lavora , quella università che stimoli le migliori energie e rafforzi le competenze ed i talenti del nostro paese, quella università che sogniamo e a cui tutti abbiamo diritto .

Angelo


10 commenti:

PROFETA69 ha detto...

Caro Angelo,
Scusami se debbo contraddire alcuni punti del tuo articolo, pur condividendo le preoccupazioni generali sulle competenze dell'attuale ministro della Pubblica Istruzione.
Il problema del sistema formativo italiano è stato sempre la totale mancanza di valutazione e selezione meritocratica sia degli studenti sia del corpo docenti, con una progressiva svalutazione degli istituti professionali, della ricerca di base, del sistema universitario.
Il permanere di forti lobby e logiche erroneamente egualitarie hanno fatto il resto ed ora siamo il Paese col maggior numero di immatricolati, ma anche col maggior numero di analfabetismo di ritorno e di abbandoni scolastici o universitari.
Ogni anno i pochi soldi che ci sono a disposizione del sistema di Università e Ricerca vengono distribuiti a pioggia su 99 atenei e innumerevoli enti di ricerca in totale sovrapposizione di competenze e senza alcun criterio di merito.
Gl'aumenti delle retribuzioni dei docenti in Italia scattano per anzianità e non su criteri meritocratici col risultato di avere un'esercito di ricercatori e dottorandi precari e sottopagati che non hanno alternativa che emigrare o vedere forse una cattedra tra 40 anni.
Molte delle proposte del'attuale ministro, che tra l'altro si propone di applicare le normative del passato governo che aveva istituito l'ANVUR proprio ai fini di una corretta redistribuzione delle risorse vanno in direzione giusta, almeno nel principio.
Poi che veramente loro riescan a fare qualcosa o come lo facciano è tutto un'altro paio di maniche, visto che anche loro saranno condizionati da numerose lobby, di cui CL è solo una delle tante.
Piuttosto io rimarcherei che loro non hanno molto interesse ad immettere più merito per rilanciare la ricerca e la formazione pubblica ma pensano che semplicemente privatizzandola risolvan la questione.
E' giusto licenziare chi non lavora e chidere agli studenti di studiare e non cazzeggiare, che tanto c'è il 6 politico, è altrettanto giusto però far si che ciò accada in un contesto di pari opportunità per tutti, indipendentemente dai redditi delle proprie famiglie, e questo può avvenire solo in un sistema pubblico gestito con criteri sensati.

Unknown ha detto...

davide,
mi sento di non condividre il tuo intervento....ho seri dubbi a considerarti una persona di sinistra!!!

Anonimo ha detto...

Caro davide,

premetto ,non senza un puntiglio d'onore, di aver militato per tre anni nel sindacato degli studenti medi e di esserne attualmente dirigente nazionale,dunque quando parlo di scuola e di saperi sò di cosa parlo...
Poi voglio analizzare quello che dici :
1- In italia manca il merito : ok,ma manca anche il diritto allo studio...forse viene prima questo e poi quello...
2- Ci sono troppi atenei ed enti di ricerca : vero,ma sono talemnte destrutturati che non rendono nulla,in europa la spesa su saperi e ricerca è del 6%,in Italia,mi vergogno a dirti la cifra...cmq se non c'è un vero accesso al diritto allo studio per i fuorisede è ragionevole che le università sottocasa siano concepite come necessarie dagli enti locali,non credi ?
3- gli aumenti sn solo per anzianità : ovvio, si ottiene la cattedra per merito ed esprienza prima con i concorsi poi con le graduatorie ...poi io sono favorevole anche ad aumenti per merito(tanto con lo stipendio che hanno i docenti...) ,ma il problema è come si possa valutare un docente...è un argomento molto più complesso di quello che sembra...molto,molto complesso...
4- l'esperimento dell'ANVUR ,ad ora semifallito, è un altra cosa rispetto a valutazioni previste da agenzie di statistiche come vuole la neoministra e poi ,oltre alle difficoltà di valutazione che prima ti ho espresso, bisogna considerare che determinati istituti hanno bisogno di fondi in più rispetto agli altri(i tecnici con i loro laboratori,magari rispetto ad un classico) e che poi la competizione territoriale troppo spesso ha prodotto sprechi assurdi(tipo scuole che fanno i manifesti) e differenze di remunerazione (sempre se passeranno immuni al fare italico...detto anche corruzione...)rischiano di svantaggiare studenti di una determinata zona geografica solo perchè sono nati in una zona senza poli d'eccelenza...
5- Gli studenti non fanno un cazzo : ma questa cosa chi te l'ha detta scusa ?! Io ho smessso di studiare l'anno scorso e mi sembra di aver fatto abbastanza , non precipitiamo nella trappola degli studenti bulli fancazzisti,almeno noi che la scuola la ricordiamo bene...per favore...il 6 politico non l'ha mai invocato nessuno,sopratutto in questo post ! Poi bisognerebbe capire se per 6 politico ti riferisci alla questione debiti e decreto fioroni (una porcheria immonda) e allora se vuoi ti chiarisco le idee...

Spero di averti risposto in maniera dettagliata.

Angelo

Anonimo ha detto...

Caro Angelo,
Ti rispondo su alcuni punti del tuo discorso che non condivido appieno:
1) questione debiti formativi: io son per l'abolizione, è giusto che chi non s'impegna appieno non venga premiato ma rimandato a settembre (es: se mi avessero rimandato un paio di volte in mate ora forse ne saprei un po' di più). Lo studente va incentivato allo studio ed è chiaro che se una persona ha bisogno di star sui libri un po' di più è solo nei suoi interessi, uscirà sicuramente più preparato.
2)Scatti di merito: è ora di abolire gli scatti di anzianità e permettere la mbilità dei docenti, perchè sei io sono un bravo e giovane ricercatore devo stare anni a leccar le chiappe di un barone di 70 anni prima di poter insegnare? Perchè dovrei lavorare con neanche 1000 euro al mese a progetti il cui merito se lo prendono quelli che da 40 anni sono sempre li e che sono più bravi a delegare anzichè lavorare?
E' chiaro che professori validi, che lavorano devono esser premiati, ma non in base all'età, sai quanto prende un professore di ruolo? se è davvero bravo ne trova cnetinaia di opportunità di lavoro e la mobilità sicuramente non gli farà paura.
3) FFO: va assegnato solo ad enti e atenei che si meritano quei fondi, non in base al numero di iscritti ma in base al numero e alla media dei laureati e ai risultati di ricerca.
Il problema non è vedere prima i diritti e poi i doveri, perchè i primi senza i secondi non producono nessuno stato serio e visrtuoso.
E' bello avere dei diritti, primo di tutti il diritto allo studio che va salvaguardato ed esteso, ma questi comportano responsabilità e un sistema che va allo sfascio e al consociativismo degli intoccabili non serve a noi in primis.
Aggiungerei due punti che secondo me andrebbero fatti: abolizione del valore legale della laurea e assegnazione all'università del brevetto di ricerca (per valorizzare la ricerca pubblica di base).
Come vedi abbiamo idee molto diverse, anche se siamo sulla stessa barca ma il bello della democrazia è proprio questo, il confronto sul merito delle questioni.
Capisco che, appena uscito dalle scuole superiori, il top lo dai al diritto allo studio, io me ne sono occupato per due anni e so bene cosa va e cosa no, ma ci vuole una visione d'insieme per rilanciare un sistema formativo che dovrebbe essere il futuro di questo Paese.
Non c'è solo il diritto allo studio, o meglio sono convinto che un diritto allo studio efficace in un sistema serio regolato sui canoni europei sarebbe ancor più utile.
Per quanto riguarda i fondi su università e ricerca sono attorno l'1% in Italia, e ciò è vergognoso, ma come vengono spesi i pochi soldi investiti?
Male.
Ti consiglio di dare un'occhio a questo link http://www.lavoce.info/articoli/-scuola_universita/
@ Elena: avere idee diverse nel merito della questione non significa non essere di sinistra, essere di sinistra per me è garantire il corretto funzionamento di selezione meritocratica in un contesto di pari opportunità economica che inevitabilmente favorisce i ceti più deboli.Se qualcun altro non la pensa come me lo ascolto e cerco di trovare una sintesi, non gli dico no a priori.
Davide N.

Unknown ha detto...

davide,
da fuori sede che vive con la borsa di studio e lavorando ti dico che il diritto allo studio è e deve rimanere un punto fondamentale per chi si ritiene di sinistra, altrimenti gente come me (e credimi sono molti anche se forse tu non te ne accorgi) non sarebbe qui ora.
Sai benissimo che sono finita un anno fuori corso, per questo vorresti inserirmi tra coloro che cazzeggiano e non fanno nulla? Non sarebbe stato così se non avessi avato vari problemi personali e non mi fossi impegnata nella rappresentanza studentesca!E allora? Pensi che sia tuo diritto dire chi può e chi non può studiare? Davide pensaci...

PROFETA69 ha detto...

Cara Elena,
C'è un malinteso, non ho detto che il diritto allo studio va cancellato, attenzione.
Io ti pongo un problema di merito che riguarda i debiti formativi e i meccanismi di selezione dei docenti che nulla ha a che vedere sul sacrosanto diritto a studiare.
ti spiego: a)elena è a bologna con una borsa di studio, ma deve anche lavorare per mantenersi agli studi e non riesce a laurearsi i tempo. B) Mr PDV ha accesso privilegiato in uno studentato privato, studia poco ma passa gl'esami più importanti perchè qualche professore lo conosce e ha poca voglia di polemizzare, si laurea e passa un concorso interno grazie alle sue conoscenza.
Chi viene tutelato?
Il punto è farla finita con cosociativismi e lobby che favoriscono i furbi anzichè i meritevoli.
Il diritto allo studio va potenziato, le borse non coprono ancora tutto, ma al tempo stesso il sistema di promozione deve essere serio, efficiente, trasparente così i soldi delle nostre tasse verran spesi bene.
Il discorso sugli studenti cazzoni era riferito soprattutto alla situazione degli istituti medi, dove causa il debito formativo la scuola è diventata una burla e il mio voto di maturità vale tanto quanto quello che nn ha fatto niente in 5 anni.
Spero di essermi chiarito.
+ merito=+ opportunità (soprattutto per chi arriva da fuori e non ha agganci o favoritismi ma deve sbattersi e mantenersi da solo)
Merito e diritto allo studio, due faccie della stessa medaglia, sbagliato sarebbe contrapporli o non tenerli entrambi in conto.

PROFETA69 ha detto...

http://www.lavoce.info/articoli/-scuola_universita/

Anonimo ha detto...

Caro davide,

mi piace molto parlare con te : mi sento un trozkista rivoluzionario dei centri sociali! eheheh
Chi mi conosce però pensa ben altro di me...
La questione dei debiti e della scuola però,oggettivamente, non la conosci affatto : ad oggi che non recupera il debito a settembre viene bocciato per effetto del decreto fioroni divulgato lo scorso ottobre, la comissione d'esame è poi composta da metà di docenti esterni e prevede prove notevolmente più serie (compito di matematica: un problema del 2006 era un quesito dell'anno successivo coi dati modificati...) quindi tieni ben presente che semmai la scuola che hai frequentato un pò di anni fà era una burla ...ora la tendenza è un altra...
Il problema è che però non si può dire ad un ragazzo che ha un debito ,ad esempio in matematica o in latino, di recuperarlo in 15 ore di lezione(qnd tutto va bene) a giugno-luglio(periodo per cui un prof. le scuole fanno anche fatica a trovarlo e ti tocca pagare esterni a 50 euro l'ora...): il debito ha bisogno di una lunga "assistenza" nell'arco dell'anno per essere recuperato e dovrebbe prevedere piuttosto verifiche in itinere . Non si può semplicemente dire "vai a lezioni private !" ,altrimenti si producono discriminazioni che incoraggiano la dispersione proprio nelle fasce di reddito più debole...
Poi francamente bocciare un ragazzo per una sola insufficienza,anche grave, è una stupidaggine disumana ,non meritocrazia. La scuola deve essere crescita civica ed umana, non nozionismo pre-lavorativo.

Angelo

Anonimo ha detto...

ciao angelo!
io sono del tutto d'accordo con te...
però riguardo la riforma fioroni volevo dirti che neanche promuovere un ragazzo con quattro debiti è una cosa sana!
e nel mio liceo chi prendeva quattro debiti in tutto e passava sempre anche se falliva le pseudoprove di recupero all'inizio dell'anno successivo, questi qui ti dico, erano i figli del medico, del gioielliere, dell'architetto, non il figlio del panificatore, perché quest'ultimo c'ha dei genitori dietro che fanno dei sacrifici per farti studiare e che se non studi ti fanno un culo così.
Poi magari la mia esperienza può esser stata diversa...
cmq ammetto molta ignoranza in merito alla riforma fioroni, però a me di primo acchito è sembrata cosa sacrosanta (forse perfettibile)
un saluto dalla nostra amata terra!! :)

Anonimo ha detto...

Trovo purtroppo inquietante questo continuo arroccarsi su posizioni fintamente egualitariste snaturandole nell'"anything goes" del sei politico (per studenti e professori).
Al di là della questione soldi, il fatto che non esista un qualsivoglia criterio di merito sia per gli studenti che (soprattutto) per i professori vada ben al di là del "diritto allo studio", e sfori più precisamente il diritto AD ESSERE istruiti. Esperienza personale: al biennio di liceo scientifico (ormai anni fa) ho avuto tre professori diversi per latino e quattro per matematica. Mia sorella, sette anni dopo, stessa scuola, ha riscontrato la stessa situazione. Ne arriva uno, non insegna un cazzo e quel poco lo fa male male, appena gli trovano il posto altrove parte, e arriva un altra bestia. Risultato: al terzo anno di università non so nè il latino nè la matematica. E questo probabilmente sia perchè sono stato promosso per 5 anni con debito in latino (non già l'unico debito), sia perchè i professori avvicendatisi discontinuamente erano sostanzialmente delle bestie.
Pertanto questo difendere un egualiterismo che neanche in URSS, soprattutto in un paese che non è l'URSS, non fa che renderci più eguali... nell'ignoranza. Mi chiedo se è questo che vogliamo, o se, accanto a SACROSANTE richieste egualitarie rispetto a diritto allo studio e pari risorse per gli istituti, si possano aprire gli occhi, e anche da sinistra non rigettare qualsiasi discorso meritocratico come reazion borghese.
Riassumo la mia critica: auspicare il sei politico a tutti (prof. e studenti) equivale a battersi per l'abolizione della scuola e della funzione della cultura. Altro sarebbe estendere il meccanismo di borsa di studio e diritto MATERIALE allo studio, visto che lo stesso è ancora pesantemente influenzato dalla provenienza di classe, come rilevato da diverse ricerche sociologiche... ma considerare un diritto l'insegnare quando non se ne hanno le capacità, o diplomarsi nello stesso tempo e con lo stesso voto di chi ha capacità da vendere, è egualitarismo volgare.